Se in Europa l’inizio ufficiale del calciomercato ha portato subito importanti colpi la stessa cosa non si può dire per l’Italia, dove la prima settimana di luglio si è conclusa con molte parole e pochi fatti.
L’Inter rimane così leader nella classifica delle squadre che hanno investito di più, sia come costi dei cartellini che per quanto riguarda i costi totali e il bilancio finale, pur avendo abbassato il suo deficit con l’operazione Biraghi–Caprari che ha portato il primo a titolo definitivo al Pescara (con plusvalenza di quasi 4 milioni per i nerazzurri) e il secondo a titolo definitivo all’Inter ma parcheggiato in Abruzzo per un’altra stagione. In settimana altre autorevoli fonti hanno finalmente evidenziato quello che su queste pagine è stato ribadito più volte, ovvero che l’arrivo di un nuovo proprietario non porta alcun vantaggio rispetto ai vincoli del Fair Play Finanziario con l’Uefa perché i “Voluntary Agreement” sono possibili solo per le squadre “immacolate” dal punto di vista delle sanzioni Uefa relative al FPF da almeno tre anni. Per questo, rimanendo valide le richieste formulate più di un anno fa dall’Uefa ai nerazzurri, dobbiamo aspettarci delle operazioni di rientro dei soldi spesi fino a questo momento (e che eventualmente verranno spesi in futuro) tramite delle cessioni che riportino almeno in parità il saldo dei costi dei cartellini e in attivo il bilancio finale. Di quanto dovrà essere in attivo questo bilancio al momento è difficile dire: sicuramente meno dei 50 milioni ipotizzati prima della vendita a Suning, dati i primi interventi della nuova dirigenza sulla struttura finanziaria della società che dovrebbero permettere di abbassare questa cifra di almeno una decina milioni. Per far scendere ulteriormente la quantità di denaro da incassare obbligatoriamente dal mercato i nerazzurri hanno solo la strada di un aumento cospicuo delle sponsorizzazioni, sull’entità del quale ogni previsione sarebbe al momento azzardata.
Prendendo per buone le parole di Berlusconi sembrerebbe a un passo anche la cessione del Milan a un gruppo di investitori cinesi. Il presidente rossonero ha dichiarato ieri che i compratori hanno accettato la sua richiesta di spendere 400 milioni sul mercato in due stagioni (anche se altre fonti parlano di tre). Se questa affermazione corrisponderà a verità questa è sicuramente una buona notizia per i tifosi del Milan nel breve periodo, anche se potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio nel lungo. A oggi, essendo fuori dalle coppe, pur con conti disastrati il Milan non ha infatti procedure aperte con l’Uefa relativamente al Fair Play Finanziario e quindi è libero di acquistare chi vuole e alle cifre che vuole a differenza dell’Inter. Perciò compratori particolarmente ricchi potrebbero davvero portare a termine un importante rafforzamento della squadra. I problemi nascerebbero con il passare del tempo, in quanto gli ultimi bilanci del Milan lasciano supporre con sufficiente dose di certezza che entro un paio d’anni il club subirà lo stesso destino capitato a Inter e Roma e da lì in poi spendere sarà molto più difficile pena l’esclusione dalle coppe. Quindi il dilemma che potrebbe avere il nuovo compratore è: spendere tanto nei primi due anni e poi subire un accordo Uefa che richieda “lacrime e sangue” nel futuro oppure sfruttare la fedina penale immacolata per chiedere preventivamente un “Voluntary Agreement” che permetta più investimenti rispetto alle richieste del FPF rendendo i vincoli meno stringenti per un quadriennio ma allo stesso tempo metta fin dall’inizio dei paletti da non superare sia nell’immediato che nel lungo periodo? La strada tracciata da Berlusconi è la prima: spendere tanto nel presente e non preoccuparsi del futuro, vedremo se sarà quella realmente seguita dal gruppo cinese. Per altro giova ricordare che i 200 milioni l’anno che presumibilmente i cinesi dovrebbero mettere sul mercato, e che si riferiscono non ai soli costi dei cartellini ma agli investimenti totali relativi a costi dei cartellini e stipendi lordi pluriennali dei calciatori, poco si discostano dai 191 milioni investiti dal Milan nel 2015 (dei quali più di 150 nel mercato estivo a seguito dell’ipotesi di ingresso in società di Mr. Bee poi mai verificatosi). Quindi la cifra di per sé non sarebbe garanzia di grande rilancio se venisse poi spesa male come capitato lo scorso anno… Se invece i 400 milioni si riferissero agli investimenti totali sulla squadra e non al mercato i sogni di gloria andrebbero notevolmente ridotti, perché senza coppe europee è altamente probabile che il Milan chiuda il bilancio 2016 con poco meno di 100 milioni di perdite e quindi 1/4 del budget triennale andrebbe in fumo solamente per coprire i buchi di questa disastrata stagione.
Mentre il Napoli fa tantissimo fumo ma per ora poco arrosto, chi ha concluso un paio d’acquisti questa settimana è la Fiorentina che conferma la necessità di un mercato a basso costo con l’ingaggio di Dragowski e Diks per sei milioni totali. Spostandoci nella capitale, tutto tace sul fronte Lazio in attesa dell’arrivo di Bielsa (se mai ci sarà…) mentre la Roma è riuscita a piazzare Doumbia in prestito oneroso al Basilea, riuscendo così a guadagnare qualcosa a bilancio nonostante l’impossibilità di vendere l’attaccante ivoriano senza far registrare una minusvalenza. Per quanto riguarda la situazione economica dei giallorossi può essere un indizio interessante notare che nella pagina del sito della Lega Serie A relativa ai trasferimenti di calciomercato mentre le cessioni di Pjanic ePolitano sono state registrate in giugno non c’è al momento traccia dei riscatti dei giocatori destinati a rimanere a Roma (El Shaarawy in primis), indizio che fa supporre l’iscrizione di questi ultimi movimenti a bilancio 2016/17 come avevamo ipotizzato.
Abbastanza ferma in attesa degli eventi anche la Juventus, a quanto pare vicinissima a Benatia che andrebbe a rappresentare il quinto difensore in rosa. Per quanto riguarda il mercato bianconero e le mosse successive all’eventuale ingaggio del marocchino attenzione sempre alle variabili relative alle “liste dei 25” iscrivibili al campionato (incompatibile con certi mercati faraonici ipotizzati in giro e anche con il concetto “ogni giocatore infortunato se ne compra un altro che si va ad aggiungere al totale senza cedere nessuno” tanto caro ad alcuni organi di informazione) e alla presenza di troppi giocatori africani che dalle vacanze di Natale fino a circa metà febbraio saranno impegnati nella Coppa d’Africa. Non stupirebbe per questo motivo né la permanenza di Rugani in rosa, a differenza di quanto ipotizzato da altre fonti, né la partenza di almeno uno fraLemina (nonostante le sue dichiarazioni) e Asamoah per evitare un impoverimento numerico troppo ampio del gruppo a inizio 2017. Non c’è dubbio che sia l’acquisto di Benatia che quello eventuale di Pjaca siano economicamente sostenibili per i bianconeri, ma prendere entrambi vorrebbe dire abbassare notevolmente il budget per l’imprescindibile acquisto di un attaccante dopo l’addio di Morata. Staremo a vedere come evolverà nel corso del mercato la strategia bianconera dovendo sottostare a vincoli, desideri ed esigenze a volte poco compatibili fra loro.
Da segnalare infine due importantissime plusvalenze fatte registrare da Atalanta e Torino. I bergamaschi hanno venduto De Roon per 15 milioni incassando una plusvalenza di 14 milioni capace da sola di finanziare tutta la stagione nerazzurra (l’anno scorso per necessità di bilancio l’Atalanta chiuse il mercato a +13), mentre il Torino ha incassato 11 milioni per Glik che portano il saldo 2016 del mercato granata (con bilancio su anno solare) a +12,1, vicino al +15,6 con il quale si era chiusa la stagione 2015. Va infatti sempre ricordato come quasi tutte le squadre sono obbligate tramite le plusvalenze ad utilizzare il calciomercato come mezzo per risanare bilanci in rosso, quindi soprattutto per le medio-piccole incassare tanti soldi con la vendita di un solo giocatore è una manna dal cielo dal punto di vista economico che non lascia spazio a impuntature sull’eventuale incedibilità di questo o quel giocatore…
Il post completo, con i dettagli delle operazioni di mercato utilizzate per l’analisi e con le squadre straniere prese in esame (Arsenal, Manchester City, Chelsea, Bayern Monaco, Real Madrid, Bayer Lervekusen, Atletico Madrid, Tottenham, Barcelona, Leicester City, Villareal, Siviglia, Manchester United, PSG, Borussia M’bach e Borussia Dortmnud) è consultabile a questo link.