A distanza di 28 giorni dalla gara di andata, vinta per 1 a 0 dalla Juventus grazie ad una zampata di Higuain (e ad un errore dal dischetto di Gomez), Juventus ed Atalanta si dovrebbero scontrare all’Allianz Stadium di Torino per la partita di ritorno, che deciderà il nome della prima squadra ad andare in finale (Lazio e Milan, il cui match di andata è finito in pareggio, giocheranno infatti alle 20.45). Esistono dei rischi che l’incontro possa non disputarsi per le condizioni meteo che hanno già impedito la partita di campionato di domenica scorsa, cosa che renderebbe decisamente complessa l’identificazione di una data per recuperare anche questo incontro, nonostante la finale sia programmata parecchio in là nel tempo.
Domani, comunque, si scontrano sul terreno di gioco due squadre che, in un certo senso, rappresentano i due estremi del modello sportivo della Serie A.
Da un lato abbiamo la Juventus, squadra tipicamente costruita per competere su tutti i fronti calcistici, nazionali ed internazionali, che negli ultimi anni ha adottato una politica molto aggressiva sul mercato dei giovani talenti prodotti dai vivai nazionali, cercando di reclutare il maggior numero possibile di risorse fra quelle disponibili, a volte anche a scapito del proprio settore giovanile. In verità la Juventus ha tradizionalmente avuto una politica di questo tipo, sebbene abbia anche alternato periodi di minore programmazione in tal senso, ma certamente la progressiva forza economica costruita e consolidata in quest’ultimo periodo ha agevolato la declinazione di questa strategia che potremo definire “assolutista”.
Dall’altra parte l’Atalanta, squadra che alterna campionati importanti (ovviamente dosando l’aggettivo per tenere conto della presenza delle cosiddette “grandi”) a periodi più bui, conditi talvolta con una retrocessione (e, va detto, immediata risalita di Serie A) ma che, soprattutto, è considerata storicamente come la migliore Società per vivaio e strutture dedicate anche grazie agli investimenti fatti negli anni, sia da un punto di vista infrastrutturale, sia da un punto di vista sportivo. Negli anni anche altre realtà si sono avvicinate a costruire un modello di business che nasce dal settore giovanile ma, pur ottenendo ciclicamente dei risultati anche importanti, nessuna ha saputo ad oggi radicare così bene un modus operandi che consente la creazione di valore economico e la realizzazione di ulteriori investimenti: basti pensare a come i proventi del calciomercato 2016/17 siano stati immediatamente investiti – fra l’altro – sull’acquisto e la futura ristrutturazione dello stadio, che potrà portare un maggiore bilanciamento di ricavi, oltre a consolidare il valore patrimoniale della DEA.
Due modelli che si scontrano, quindi. E anche sfruttando un codice bonus scommesse si potrà cercare di puntare su quella delle due che maggiormente ci ispira. Una quota rilevante dei tifosi nazionali spereranno ovviamente che la Juventus prosegua il cammino in Coppa Italia anche quest’anno, prenotando l’ennesimo posto in finale. Ma tanti e forse per una volta più per reale “simpatia” sportiva che non per l’abitudine a tifare contro i bianconeri, saranno invece dalla parte di Gasperini e dei suoi ragazzi, che comunque l’anno scorso hanno dimostrato – quando in forma – di non temere lo scontro con nessuno.